Il gatto è un fine intenditore musicale. E, se stiamo attenti, ci accorgeremo che gradisce la musica classica come sottofondo e che non ama invece quella troppo ritmata e a tutto volume.
Il suo udito è uno dei più fini in assoluto del regno animale. E le sue orecchie “da cacciatore” colgono i suoni più lievi, come quelli tipici delle piccole prede, ad esempio i topi. Un paragone con noi?
Basta pensare che il nostro orecchio percepisce suoni fino a 20 mila hertz. Come riporta Bruce Fogle, uno dei maggiori esperti di gatti al mondo, nel suo libro “The Cat’s Mind” (1991), i gatti arrivano fino a 65 mila hertz e c’è chi pensa che possano arrivare addirittura a 100 mila hertz, riuscendo così ad avvertire suoni che sono alla portata dei pipistrelli.
Ma i prodigi dell’udito felino non finiscono qui. Un micio può distinguere con una precisione del 75%, tra due suoni che provengono da due fonti diverse, separate da soli 8 centimetri, e distanti un metro. Inoltre, ha anche il cosiddetto “orecchio assoluto”, come quello dei grandi direttori d’orchestra, che permette di individuare le differenze tra due note quasi simili tra loro, diverse solo di un decimo di tono.
Risulta così semplice capire come i gatti preferiscano le note pacate e rilassanti di un intermezzo di Mascagni piuttosto che un brano di rock.