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Le frasi sui gatti più belle della letteratura

3 min di lettura
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Consigliato da Gourmet

A cominciare da un grande della letteratura come Ernest Hemingway, per arrivare al nostro contemporaneo Mauro Corona, sono moltissimi gli autori di tutto il mondo che in qualche modo, con le proprie parole, hanno catturato l’essenza dei meravigliosi amici felini per lasciarla ai posteri in quelle che oggi vengono considerate le frasi sui gatti più belle e rappresentative.

Le frasi sui gatti a stelle e strisce

Così, per il leggendario scrittore americano autore de Il vecchio e il mare, non solo “I gatti dimostrano di avere un’assoluta onestà emotiva” ma, al contrario degli esseri umani, sono anche assolutamente incapaci di nascondere i propri sentimenti. E sempre per Hemingway, che era un grande amante dei felini - in particolar modo dei polidattili - e che a loro ha spesso dedicato spazio nei suoi romanzi, “Prendere un gatto porta a prenderne un altro”, inevitabilmente. Impossibile non essere d’accordo.

Restando negli Stati Uniti, a quanto pare anche per Mark Twain il gatto è di gran lunga migliore dell’uomo, poiché - ci dice - “Se fosse possibile incrociare l'uomo con un gatto, la cosa migliorerebbe l'uomo, ma di certo peggiorerebbe il gatto”. Anche in questo caso, quale gattofilo potrebbe sostenere il contrario?

Il gatto a casa nostra

Il panorama delle frasi sui gatti è assai ricco e illuminante anche se guardiamo agli autori nostrani. Nella visione naturalistica di Corona “Il gatto, se lo tratti con onestà, ti concede amicizia ma rimane istintivo”, ma soprattutto “Il gatto è una persona seria” ed “è come dovrebbe essere molta umanità”, poiché “non è finto e ci sbatte in faccia i nostri difetti”.

Ma non è tutto: chi conosce i gatti lo sa, e Giorgio Saviane lo conferma, che “L'affetto del gatto è qualcosa che ogni volta deve essere interpretato, decifrato, capito attraverso mille curiose sfumature”. Meno certezze, invece, per Pablo Neruda, che ammette “Non conosco il gatto.

So tutto sulla sua vita e i suoi misteri, ma non sono mai riuscito a decifrare il gatto”.

Mici d’Oltremanica

A chiedersi “Quale dono più grande dell'amore di un gatto?” è stato invece Charles Dickens, anche lui riconosciuto come amorevole gattofilo che, in onore di Shakespeare, aveva battezzato William il proprio peloso, salvo poi scoprire che si trattava di una femmina (quindi prontamente ribattezzata come Wilhelmina). 

Mentre Doris Lessing ha cercato di ricondurre i gatti a uno dei classici quattro elementi spiegandoci che “Se un pesce è l’incarnazione del movimento dell’acqua, il gatto è la materializzazione dell’aria”, ovvero inafferrabile e assolutamente indispensabile. 

Il gatto visto con gli occhi della scienza

Famoso per le sue opere di divulgazione scientifica, anche l’austriaco Konrad Lorenz ha dedicato pensieri e parole al più piccolo dei felini, che descrive spiegandoci che “anche se domestico, resta sempre un'indipendente, selvaggia, piccola pantera”. E ancora Lorenz traduce in parole il pensiero di chiunque ami gli adorabili felini, affermando che “Il gatto è una creatura indipendente, che non si considera prigioniera dell'uomo e stabilisce con lui un rapporto alla pari".

Ma la prova definitiva e inequivocabile del fatto che gli adorabili amici pelosi hanno fatto breccia anche nel cuore di questo uomo di scienza la troviamo senz’altro in queste righe: “Esistono due strade soltanto, per sfuggire alla miseria umana: suonare l'organo e giocare con i gatti”. Provare per credere.