Malefico e dispettoso, il felino protagonista della celebre fiaba Disney è un paffuto siberiano ispirato a un gatto vero.
Tra i tanti gatti che nella storia del cinema sono stati protagonisti (o co-protagonisti) di film di animazione e non, Lucifero è probabilmente tra i meno simpatici e gentili che si ricordino. Ma si sa che - quando si parla di felini - il fatto di non ispirare simpatia non è necessariamente un difetto, quanto piuttosto un tratto distintivo particolare, che caratterizza in modo unico l’esemplare in questione.
Tale padrona tale gatto
Nel caso di Lucifero - così come è stato immaginato da Walt Disney per una delle sue favole più famose - non ci troviamo di certo di fronte a un gatto che non sa fare sorridere (sono molte le scene in cui il suo comportamento meschino suscita anche ilarità, come quando cerca il topolino nascosto sotto alle tre tazzine), quanto piuttosto a un gattone snob molto particolare che pare sopportare poco e male praticamente chiunque e che non ama affatto sentirsi dire cosa deve fare (del resto parliamo pur sempre di un gatto...).
Di sicuro, in quanto a unicità e carattere, il gatto della terribile matrigna di Cenerentola - Lady Tremaine - non ha nulla da invidiare a nessuno: subdolo quanto la sua cattivissima padrona e fiero autore di dispetti degni dei più celebri antagonisti dei film di animazione, Lucifero è uno di quei gatti ai quali è proprio difficile non voler dare una tirata d’orecchie. Soprattutto quando si pensa a quanto fa tribolare i poveri roditori che con tanto impegno cercano di essere d’aiuto a Cenerentola.
Il piacere di essere dispettoso
Il personaggio di Lucifero è stato pensato dal suo autore come un gatto sostanzialmente pigro e poco interessato a quello che succede attorno a lui, a meno che non si presenti l’occasione per essere maligno: in quel caso ecco che gli occhi del gatto di Lady Tremaine si illuminano ed è chiaro che gli è balenata l’idea di mettere in atto qualcuna delle sue cattiverie.
Sì perché Lucifero ci prova proprio gusto a fare i dispetti, è evidentemente la cosa che più gli dà soddisfazione. E in questo senso lui è un antagonista perfino più attivo e presente rispetto alla sua padrona, che molto spesso è assente dalla scena. Lucifero invece c’è: quando è il momento di dare fastidio a qualcuno, lui non perde l’occasione. Lo fa per esempio con Cenerentola quando per dispetto cammina con le zampe sporche sul pavimento che lei sta pulendo, oppure come quando manipola il povero cane Tobia, graffiandolo per farlo reagire e facendo così credere a Cenerentola di essere stato aggredito.
Dalla vita vera alle favole
La sua presenza nella storia di Cenerentola è stata ispirata da un gatto in carne e ossa: un gatto reale, dall’aria pomposa e aristocratica quanto Lucifero e molto probabilmente altrettanto molesto e indisponente. Si trattava del gatto di Ward Kimball, uno degli animatori degli Studio Disney che lavorava alle animazioni di Cenerentola e che nella ricerca dell’antagonista perfetto per i topini trovò la fonte di ispirazione perfetta proprio nel suo gatto: si chiamava Feetsy, ed era a quanto pare un paffuto esemplare polidattile di razza siberiana.